Sensitivo Chiromante Veggente... Risponde
Sensitivo Alessandro Della Marca
L'aggettivo "sensitivo" ha diverse sfumature di significato. Ecco alcune delle sue accezioni:
Riguardo ai sensi e alla sensibilità:
Si riferisce all'attività dei sensi e alla capacità di percepire attraverso di essi. Ad esempio, si parla di "funzione sensitiva" o "facoltà sensitiva" per indicare la capacità di percepire stimoli esterni.
Nella fisiologia, si fa riferimento alle "fibre sensitive", ai "nervi sensitivi" e alle "vie sensitive", che trasmettono gli stimoli dalla periferia ai centri del sistema nervoso.
L'anima sensitiva, secondo la filosofia aristotelica, è il principio della sensibilità e del movimento negli animali. Solo nell'uomo, essa costituisce il fondamento dell'anima razionale o intellettiva.
Persona emotiva e sensibile:
Si dice di una persona in cui è particolarmente accentuata la dinamica affettiva e sentimentale. Ad esempio, "una donna molto sensitiva".
In parapsicologia, un "sensitivo" è colui o colei con cui si verificherebbero fenomeni di ordine non fisico, come telepatia o chiaroveggenza.
Avverbio "sensitivamente":
Indica il modo in cui si avverte o si percepisce attraverso i sensi.
Quanto a Alessandro Sensitivo, il chiromante e veggente di Grosseto, sembra avere una grande sensibilità e capacità di percezione. Opera in tutta la Lombardia, con particolare attenzione a Brescia, Bergamo e Milano12. Se hai bisogno di ulteriori informazioni su di lui, sarò felice di aiutarti! ?
La percezione extrasensoriale (ESP), nota anche come criptestesia o sesto senso, è una capacità paranormale asserita che permetterebbe di ricevere informazioni al di fuori dei normali cinque sensi, attraverso la mente1. Il termine fu coniato da J. B. Rhine per indicare presunte abilità paranormali come la telepatia, la chiaroveggenza, la precognizione e la retrocognizione1.
Tuttavia, la comunità scientifica considera questi fenomeni pseudoscientifici, poiché mancano prove concrete della loro esistenza. Le ricerche a sostegno di tali abilità sono spesso criticate per la loro validità metodologica e la mancanza di base teorica solida1. Nonostante alcune prove aneddotiche, non esiste credibilità scientifica o supporto statistico per l'ESP1.
Le percezioni extrasensoriali possono manifestarsi in diverse forme, tra cui:
Chiaroveggenza: la capacità di percepire visivamente oggetti o eventi a distanza o in altre dimensioni oltre quella fisica.
Chiaroudienza: la ricezione di voci, suoni o segnali sovrasensibili tramite l'udito anziché la vista.
Telepatia: la capacità di comunicare con il pensiero.
Precognizione: la capacità di prevedere il futuro, talvolta associata alla profezia.
Retrocognizione: la conoscenza di fatti passati impossibili da apprendere con mezzi ordinari
Il campo di studio delle percezioni extrasensoriali è la
parapsicologia. Le persone che affermano di possedere queste abilità sono chiamate esper o sensitivi. Il termine "esper" fu coniato dallo scrittore di fantascienza Alfred Bester nel suo racconto "Oddy and Id" del 19501.Si ritiene che le percezioni extrasensoriali possano verificarsi sia nella coscienza di veglia che in stati alterati di coscienza, come la trance o il sonno. Tuttavia, nonostante gli studi sui comportamenti di animali come gatti, cani e anatre, non è mai stata dimostrata scientificamente l'esistenza di tali fenomeni negli esseri umani1. Anche le presunte percezioni extrasensoriali degli animali rimangono oggetto di dibattito e mancano di prove concrete1.
Resoconti storici su esperienze extrasensoriali risalgono all'antichità. Ad esempio, il filosofo Apollonio di Tiana, mentre si trovava a Efeso, avrebbe descritto l'assassinio dell'imperatore Domiziano.
Nella maggior parte dei casi, s. designa la facoltà o potenza (v.) sensibile, cioè quella facoltà che, negli animali e negli uomini, è titolare della sensibilità e segue alla vegetativa, e negli uomini soltanto è fondamento della ragione: cfr. Cv IV VII 14 sì come dice lo Filosofo nel secondo de l'Anima [II 3, 414b, 28-31], le potenze de l'anima stanno sopra sé come la figura de lo quadrangulo sta sopra lo triangulo, e lo pentangulo... sta sopra lo quadrangulo: e così la sensitiva sta sopra la vegetativa, e la intellettiva sta sopra la sensitiva, e III II 13 La sensitiva sanza quella [la potenza vegetativa] essere non puote... e questa sensitiva potenza è fondamento de la intellettiva, cioè de la ragione; e però ne le cose animate mortali la ragionativa potenza sanza la sensitiva non si truova, ma la sensitiva si truova sanza questa. L'uomo, che ha la sua più alta facoltà nella ragione, se non si serve della ragione e usa pur la parte sensitiva, non vive uomo ma vive bestia (II VII 4; la locuzione parte sensitiva è anche in I XI 3). S. si riferisce ancora a ‛ potenza ', in IV XXIII 3 (cfr. Ep III 5 potentia sensitiva, due volte). In Cv III III 10, nell'analisi delle varie nature alle quali partecipa l'uomo, si afferma che la quarta è la natura... de li animali, cioè sensitiva; l'anima dell'animale infatti ha la sua perfezione nella sensibilità, che dà il nome a tutta l'anima: se nell'uomo l'anima è detta razionale dalla ragione, nell'animale essa è detta anima s. dalla sensibilità (cosa con anima sensitiva solamente, cioè animale bruto, IV VII 15; cfr. la sensibilis anima di VE II X Il termine qualifica (IV XXII 10) ancora l'appetito (v.), indicando l'inclinazione che nasce dalla facoltà s. (cfr. Arist. Anima II 3, 414b 1 " quodsi facultas sentiendi, etiam facultas appetendi "; v. ANIMO). La ‛ sensitiva affectio ' di Quaestio 48 è la " modificazione che ha origine dal senso ", che ‛ affetta ' la concupiscibile e l'irascibile: queste di per sé si muovono secundum sensitivam affectionem, ma possono essere controllate secundum... quod rationi oboedibiles sunt. In Vn II 5 e XI 2 la locuzione spiriti sensitivi designa lo spirito
Il
termine, nella forma volgare come in quella latina, ha il valore di "
che può sentire ", o anche " che appartiene alla
sensibilità o al senso in generale animale
che opera nei vari sensi (prendendo nome da essi) e porta le
percezioni alla parte anteriore del cervello (v. PERCEZIONE).